Musée National de l’Auto – il museo dell’auto più grande del mondo

03 Giugno 2023

Il più grande museo dell’automobile del mondo si trova in una pittoresca cittadina alsaziana e ha un storia affascinante.
Nella piccola cittadina alsaziana di Mulhouse nell’Alto Reno, sorge il Musée National de l’Automobile Collection Schlumpf.

Non tutti sanno che, è anche il museo dell’automobile più grande del mondo e rappresenta la realizzazione di un sogno che hanno condiviso due fratelli con un amore sfrenato per le automobili di lusso.

I fratelli Schlumpf
La storia inizia con due adolescenti, i fratelli Hans e Fritz Schlumpf, e della loro passione per le automobili.

Gli Schlumpf nascono in Italia, ad Omegna, sul Lago d’Orta. All’anagrafe vengono registrati come Giovanni Carlo Viterio (Hans) e Federico Filippo Augustino (Fritz) Schlumpf, da madre francese e padre svizzero, commerciante tessile, e godono di un’infanzia agiata. Nel 1919 il papà manca e la madre decide di ritornare a Mulhouse, dove è nata, con i due figli. Hans e Fritz vengono introdotti nel mondo della finanza e comprendono rapidamente le sue spietate regole, diventando così abilissimi investitori. Accumulano in questo modo una colossale fortuna e, già negli anni della Grande Depressione, sono tra gli imprenditori più ricchi di Francia. Investono nell’industria tessile, in Alsazia, nel settore vinicolo e in quello immobiliare.

La passione dei fratelli Schlumpf per la Bugatti
Con un patrimonio sempre più ingente, gli Schlumpf iniziano ad acquistare auto. A partire dagli anni 30 Fritz Schlumpf è affascinato soprattutto dalle creazioni di Ettore Bugatti a Molsheim. Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Schumpf allargano ulteriormente i loro affari: in questo periodo frequentano proprietari di case automobilistiche e piloti famosi, e negli anni Sessanta decidono di dedicare sempre più tempo alla loro collezione di auto d’epoca.

In pochi anni, i due Schlumpf acquistano 560 vetture ed iniziano una serie di operazioni di restauro; le loro preferite sono sempre le Bugatti e per le Officine Bugatti, in forte crisi, questo interesse rappresenta una grande occasione.

Nel 1964 Fritz acquista le trenta Bugatti dell’americano John W. Shakespeare. Tutte le vetture vengono ospitate nelle filature di Mulhouse e carrozzieri e meccanici si dedicano al restauro. Inoltre lavorano anche su Mercedes, Rolls Royce e altre marche prestigiose. Dopo il restauro le auto vengono collocate nel Museo, creato nel capannone di una filatura, e vengono illuminate da 500 lampioni identici a quelli del Ponte Alessandro III di Parigi. Il museo prevede di poter aprire la collezione al pubblico in futuro, ma il sogno si interrompe con la crisi del mercato tessile dei primi anni Settanta. L’impero Schlumpf precipita verso il fallimento e l’intera collezione viene confiscata.

Soltanto 1978 il Governo francese dichiara monumento nazionale l’intera collezione per evitarne la dispersione, salvando in questo modo un patrimonio non solo francese.

Come è fatto il museo dell’automobile Cité de l’Automobile
Cité de l’Automobile ospita la più grande collezione di automobili del mondo. Il museo viene originariamente fondato nel 1921 come Collezione Schlumpf dai due fratelli, Fritz e Hans Schlumpf, già collezionisti e appassionati di auto d’epoca. Oggi il museo ospita oltre 500 veicoli, dalle prime auto a vapore alle più moderne supercar.
Il museo si sviluppa su tre livelli e i visitatori sono invitati a percorrere un viaggio attraverso la storia dell’automobile.

I visitatori possono vedere da vicino le auto di Formula Uno che hanno duellato a Le Mans e in altre gare leggendarie, tra cui la Ferrari 156, che ha vinto nel 1961 il Campionato del Mondo di Formula Uno con Phil Hill al volante.
Il museo presenta anche una serie di mostre interattive, tra cui una sezione che consente ai visitatori di esplorare la storia dell’automobile attraverso l’uso della realtà virtuale.
La Cité de l’Automobile non è dunque solo un museo, ma anche un’istituzione culturale che celebra la storia e il patrimonio automobilistico come prodotto del genio umano.